Tra presenza e assenza Due ipotesi per l’età postmoderna

Tra presenza e assenza

Due ipotesi per l’età postmoderna

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Ancora agli albori della nascita del postmoderno (prima edizione 1974), Renato Barilli si interroga sui rapporti di natura filosofica sottesi a quel clima. Le “filosofie della presenza” a suo avviso sono quelle espresse da McLuhan e Marcuse che, con l’aiuto dell’elettronica, pongono un coinvolgimento diretto (“sintetico”) tra l’uomo e il mondo. Le “filosofie dell’assenza” sono invece quelle istituite dal positivismo logico, di Carnap e seguaci, fondato su criteri analitici, ma più ancora dai “nuovi filosofi” francesi (Foucault, Derrida, Deleuze) che in sostanza negano la possibilità di un incontro diretto tra il soggetto e l’oggetto, o almeno lo fanno “differire” il più possibile. Da queste concezioni opposte discendono due modi diversi per intendere i nostri tempi. In un’epoca come la nostra, nella quale ancora ci interroghiamo sui reali effetti derivanti dalla tecnologia, il saggio di Barilli si offre come strumento efficace a tratti di penetrante attualità.

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Sull'autore

Renato Barilli

Renato Barilli (Bologna, 1935), critico d’arte e di letteratura, ha insegnato all’Università di Bologna e collaborato con “L’Espresso”, “Tuttolibri”, “Corriere della Sera” e “L’Unità”. Tiene il blog www.renatobarilli.it. Tra le sue opere: Il ciclo del postmoderno (1987), Corso di estetica (1989), La neoavanguardia italiana (1995), Impressionismi in Europa (2001), Maniera moderna e manierismo (2004), Prima e dopo il Duemila (2006), Storia dell’arte contemporanea in Italia (2007), Autoritratto a stampa (2010), La narrativa europea in età moderna (2010), Tutto sul postmoderno (2013), La narrativa dei “capitani coraggiosi” (2015).

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