L'uomo è morto? Smurare la libertà

L'uomo è morto? Smurare la libertà

Nel 1986, Wole Soyinka nel discorso per il conferimento del premio Nobel per la letteratura prende le mosse da un'esperienza teatrale londinese per sviluppare un complesso e potente j'accuse contro il razzismo. Due anni dopo, in uno scritto sul teatro nelle culture tradizionali africane, egli afferma come tale arte sia divenuta una pratica di liberazione, un «modello di sopravvivenza» dell'uomo oppresso. Sospinto dall'urgenza dell'oggi, Soyinka prende nuovamente la parola per esortare ognuno di noi a difendere quel bene immateriale ma concreto che chiamiamo «libertà». "Smurare la libertà" è il compito più esaltante che l'umanità possa assumersi, e necessita sempre di una critica dell'intera storia dello sviluppo umano.

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À propos de l'auteur

Wole Soyinka

È uno dei massimi autori africani della contemporaneità. Imprigionato in Nigeria negli anni ’60 a causa del suo impegno politico-civile, nel 1986 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. A partire dagli anni ’70, Jaca Book ne pubblica per prima in Italia l’intera produzione narrativa, parte di quella teatrale e della memorialistica. Fra i suoi titoli ricordiamo: Gli interpreti (1976, 2017); La strada (1980, 1997, 2018); Stagione di anomia (1981, 2017); Aké. Gli anni dell’infanzia (1984, 2012); L’uomo è morto (1986, 2016); L’uomo è morto? Smurare la libertà (2018); Ode laica per Chibok e Leah (2019) e Il lungo cammino verso Mandelaland (2019); Il fantasma di Cassandra (2020).

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