Barbablù

"Barbablù" è senz’altro una delle fiabe più celebri, fra quelle trascritte da Charles Perrault, ma anche una fra le più cupe. Pubblicata per la prima volta in "I racconti di Mamma Oca" (1697), questa narra la vicenda del ricchissimo Barbablù, uomo sposatosi già sei volte che ottiene in sposa la giovane protagonista. Circondata dallo sfarzo e dal lusso, la nuova moglie è obbligata da Barbablù a promettergli che, in sua assenza, non metterà assolutamente piede nell’unica stanza proibita del castello. Quello che, infine, un giorno scoprirà la giovane, contravvenendo al minaccioso ordine del marito, sarà terribile...

Charles Perrault (1628-1703) nasce a Parigi da un’altolocata famiglia borghese. Avviato ai migliori studi, segue le orme paterne e si laurea in Legge, trovando ben presto lavoro in ambito statale. Intellettuale fra i più attivi, nella vitale epoca di Luigi XIV, nel 1663 contribuisce alla fondazione dell’Académie des inscriptions et belles-lettres, distinguendosi inoltre come vivo fautore della letteratura moderna contro lo strapotere – ancora vigente – degli autori classici. Nel 1678, rimasto vedovo e dovendosi occupare di ben cinque bambini, decide di scrivere delle fiabe a sfondo morale, così da dare ai giovanissimi figli dei facili ma al contempo stimolanti insegnamenti. È così che nasce "I racconti di Mamma Oca", apprezzatissimo fin dalla sua prima pubblicazione. Il capolavoro di Perrault, pur basandosi in larga parte su materiale folklorico e, quindi, non originale, elabora alcune idee che hanno assunto nel tempo il valore di autentici archetipi (come, per citare solo un esempio, la scarpetta di cristallo in "Cenerentola").

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