L'Orestiade di Eschilo

L'Orestiade di Eschilo

«Mi sono gettato sul testo, a divorarlo come una belva, in pace: un cane sull’osso, uno stupendo osso carico di carne magra, stretto tra le zampe.»
 
Pier Paolo Pasolini ha già una lunga consuetudine con la traduzione della poesia classica quando, su commissione di Vittorio Gassman, si dedica per pochi mesi di lavoro febbrile all’Orestiade, il capolavoro del dramma antico da lui più amato. Eppure dichiara che nei confronti di quest’opera non avrebbe potuto comportarsi «peggio di così»: sceglie infatti di non consultare altre versioni italiane; nei casi di discordanze nelle interpretazioni afferma di seguire solo gusto e istinto; e restituisce il testo «non attraverso una traduzione letterale, che è impossibile, perché i significati delle parole cambiano in ogni era», ma in una versione dalla lingua non espressiva ma strumentale, vicina alla prosa, lontana dalla tradizione classicistica. Il risultato è un capolavoro che rilegge in chiave politica e civile la forza arcaica del linguaggio di Eschilo, e che, dal debutto del 19 maggio 1960 al Teatro Greco di Siracusa fino a oggi, continua ad andare in scena con enorme successo.

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Pier Paolo Pasolini

Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa in Friuli. Sin da giovane, inizia a scrivere poesie, alternando testi in italiano e in friulano. Nel 1942 esce il suo primo libro Poesie a Casarsa. Nel corso della sua vita l’attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita. Parallelamente, entra nel mondo cinematografico come collaboratore di Fellini e di Bolognini. Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. Nel 1973 inizia la collaborazione al «Corriere della Sera». In una serie di articoli – pubblicati successivamente nei volumi Scritti corsari (1975) e Lettere luterane (postumo, 1976) – lo scrittore affronta le scottanti questioni dell’Italia contemporanea. La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini muore assassinato all’Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.

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